Storia del progetto e della realizzazione della biblioteca di Pollone (Biella) commissionata dal grande scienziato Gustavo Colonnetti al giovane architetto Leonardo Mosso.
I testi di Francesca Chiorino, Gabriele Neri e Mario Alberto Chiorino fanno luce su questa vicenda che si svolge in un piccolo villaggio ai piedi delle montagne, coinvolgendo però figure di spicco della storia dell’architettura. Nel 1958 Gustavo Colonnetti incarica Leonardo Mosso, appena tornato in Italia dopo un soggiorno di lavoro di tre anni presso lo studio dell’architetto finlandese Alvar Aalto, della costruzione di un “edificio sperimentale” che potesse accogliere i libri della libreria della residenza estiva dei Colonnetti a Pollone, a lato del sito di progetto. I primi schizzi dichiarano l’intento di Mosso di creare un edificio in contrasto con il tessuto edilizio esistente, ma al tempo stesso discreto e misurato. Colpisce l’attento uso di una struttura modulare che troverà proprio negli elementi utilizzati per la costruzione, travi in ferro a scatola di lamiera sottile e vetri con profilo a U, un’ulteriore verifica. Gli interni sono altrettanto controllati e studiati, lo dimostrano l’attenzione rivolta all’illuminazione naturale diffusa e i numerosi schizzi. La copertura condensa e dà soluzione a molte delle questioni che fondano il progetto. Viene risolta da Leonardo Mosso attraverso una lucida interpretazione di una lettera illustrata di Gustavo Colonnetti, in cui l’ingegnere propone un paraboloide iperbolico rigato come struttura di copertura dell’intero volume.
F. Chiorino, Né periferia, né provincia. L’incontro tra un grande scienziato e un giovane architetto a pochi passi dall’eremo biellese di Benedetto Croce, in Leonardo Mosso, Gustavo Colonnetti, Biblioteca Benedetto Croce, Pollone, 1960, in «Casabella» n. 794, ottobre 2010, pp. 84-97